Post Acute, dove curiamo chi non ha una casa
Progetto Arca risponde a una delle principali fragilità delle persone senza dimora, quella sanitaria, attraverso gli ambulatori dei suoi Centri di accoglienza e il Reparto Post Acute for Homeless.
Cure socio-sanitarie e accoglienza H24
Il Reparto Post Acute for Homeless accoglie persone senza dimora che, dimesse dagli ospedali, hanno bisogno di ricevere assistenza medica e infermieristica continuativa in un luogo protetto e terapeutico per affrontare la delicata fase della convalescenza ed evitare ricadute e nuovi ricoveri, inevitabili se tornassero a vivere in strada.
Avviato in forma sperimentale nel 2013, in collaborazione con Medici senza Frontiere, a partire dall’anno successivo viene gestito in autonomia da Progetto Arca. Oggi il Centro è un polo di riferimento importante per ATS e Comune di Milano e uno snodo della rete dei servizi a supporto del sistema sanitario dedicato alle persone più vulnerabili della città.
Tre stanze, 20 posti letto, un’équipe di professionisti tra medici, infermieri e personale socio sanitario e un approccio di cura basato sulla presa in carico dei bisogni globali della persona.
L’obiettivo: che nessuno torni più a vivere in strada
Gli ultimi anni hanno registrato un peggioramento delle condizioni di salute dei nostri pazienti il cui quadro clinico è spesso fortemente compromesso: nella maggior parte dei casi, si tratta di persone che, anche a causa delle loro condizioni di vita, soffrono di pluri-patologie accumulate negli anni (infezioni acute alle vie respiratorie, malattie della pelle, disturbi cardiaci ma anche postumi da interventi chirurgici), precoce cronicizzazione e che, pertanto, devono sottoporsi a poli-terapie.
La degenza si inserisce sempre in un più ampio progetto di accompagnamento sociale volto a garantire valide alternative alla vita in strada dopo le dimissioni.
Il personale medico-infermieristico del Reparto lavora in équipe con la componente sociale dello staff e con i servizi territoriali per individuare la soluzione e la struttura di accoglienza più idonea. Delle 72 persone dimesse nell’ultimo anno, il 73% ha proseguito il percorso in servizi di cura o di riabilitazione, in Centri di accoglienza nostri o di altre organizzazioni; il 10% ha recuperato l’autonomia e il 17% è stato orientato ad altri servizi del territorio.