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A Roma la distribuzione, che avviene in 5 sedi e a domicilio per gli anziani e le persone con particolari fragilità, copre i Municipi XIII, XIV e XV ed è svolta anche grazie al contributo di Roma Capitale e ad un lavoro capillare sul territorio, in rete con i servizi sociali, le istituzioni scolastiche e le associazioni di volontariato.

L., uno dei nostri beneficiari, per 20 anni ha lavorato in un grande magazzino e si è visto chiudere i cancelli all’improvviso. Da quel giorno non riesce più a dormire. Ha due figli che vivevano come i nostri e che oggi hanno dovuto imparare che non è scontato avere il cibo che si desidera sulla tavola. È stata la moglie ad avvicinarci per chiedere se potevamo aiutarli nella spesa.

Pacchi viveri consegna 3

Al nostro centro di distribuzione incontriamo donne, uomini, giovani, anziani, italiani e non.

Agli anziani più fragili come alle famiglie impossibilitate a raggiungerci consegniamo il pacco viveri direttamente a casa. La prima volta in cui siamo andati da M., 81 anni, che vive con la pensione sociale insieme al figlio disoccupato, ci ha subito segnalato una famiglia in difficoltà del suo palazzo, che oggi sosteniamo. Più grande è il bisogno, più forte è il desiderio di condividere, di dare e non solo di ricevere.

Sicuramente dove le povertà e l’emarginazione già esistevano e oggi sono esplose. Quartieri come Largo Sperlonga, il campo rom La Monachina, le case popolari di Primavalle, di Prima Porta, di Bastogi dove non c’è un parco giochi, una farmacia o un supermercato che si possono raggiungere facilmente a piedi, dove è difficile consegnare la spesa perché i citofoni sono rotti e allora avvisiamo del nostro arrivo con i telefoni.

Ma le richieste d’aiuto sono cominciate ad arrivare anche da quartieri più insospettabili: la Cassia, Trionfale, l’Aurelia.

Pacchi viveri consegna

Il lavoro. Sono soprattutto le donne ad averlo perso e aumentano le richieste d’aiuto da parte dei più giovani (25-34 anni). Stiamo toccando con mano anche un altro dato allarmante: quanto più la situazione economica è compromessa, tanto più le persone sono esposte al ricatto e rischiano di cadere in forme di sfruttamento del lavoro.
Dopo un anno e mezzo di pandemia il presente per sé e per i propri figli è fonte di apprensione continua, al futuro si preferisce non pensare proprio: fa ancora più paura.

Oggi, grazie a un lavoro di squadra con istituzioni sanitarie e sociali del Municipio, P. ha un medico di base e un pediatra per i suoi figli, diritti di cui non conosceva neppure l’esistenza.
La signora M., con il nostro supporto, è riuscita a prenotare on line il vaccino e abbiamo aiutato il figlio a presentare la richiesta per il reddito d’emergenza.
Siamo in contatto con l’Ufficio scuola del Municipio XV per dare la possibilità a N. di inserire il proprio bambino nelle graduatorie della scuola da cui era stato escluso per mancanza di posti. Vorrà dire per N. avere il tempo di cercare un lavoro e garantire il diritto all’istruzione e alla socializzazione del suo bambino.

Siamo orgogliosi di quanto stiamo facendo ma consapevoli che dobbiamo fare ancora di più, per costruire una comunità in cui nessuno si senta o venga lasciato solo.

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