L’altro volto della guerra è la povertà. Secondo le statistiche, se il conflitto in Ucraina continuerà ancora a lungo, il 90% della popolazione potrebbe ritrovarsi al di sotto della soglia di povertà.
Gli effetti della crisi cominciano già ad essere evidenti e a pesare. Manca il cibo e le persone hanno fame.
Nelle città ucraine di Černivci e Mostyska, dove si ammassano migliaia di sfollati dalle zone di guerra, abbiamo allestito due mense attrezzate con cucine da campo che servono circa 3.000 pasti al giorno.
Anziani che hanno scelto di rimanere nella loro terra, gente povera che non ha niente e nessuno per ricominciare in un altro paese, famiglie che aspettano la fine delle ostilità per poter rientrare nelle proprie case. Sono le persone che fanno la fila per un pasto e per un momento di tregua e di conforto.
Tra loro anche famiglie che hanno aperto le porte delle proprie case per dare un letto agli sfollati che non saprebbero dove ripararsi. Ai primi di giugno è partita la nostra prima spedizione di 1.320 pacchi viveri: beni di prima necessità e alimenti a lunga conservazione sempre più difficili da reperire e che hanno toccato prezzi insostenibili per la popolazione. Sono 400 le famiglie che sosterremo ogni mese.