Nella notte tra l’8 e il 9 settembre, sull’isola greca di Lesbo un incendio ha distrutto il campo profughi di Moria, il più grande d’Europa.
Migliaia di persone sono state sfollate e oggi si trovano in strada: la situazione è drammatica.
Con una delegazione di operatori di Progetto Arca, siamo volati a Lesbo per portare loro acqua, viveri e assistenza di base.
Se c’è una parola che può descrivere ciò che è sotto i nostri occhi, quella parola è “inferno”.
13mila persone, che da anni vivevano nel campo di Moria ed erano già allo stremo delle forze, sono precipitate in una condizione ancora più disperata.
Ammassate per strada, sono senza acqua, cibo, cure e senza un riparo che le protegga. Alla fame e alle intossicazioni da fumo si aggiunge la paura per il diffondersi dei contagi da Covid-19.
Di fronte a questa emergenza umanitaria, Progetto Arca ha deciso di intervenire tempestivamente collaborando nelle operazioni di aiuto con l’ong spagnola Remar SOS e con altre organizzazioni vicine. Dopo aver portato i primi aiuti all’indomani dell’incendio di Moria, stiamo per far partire un container con coperte, giacche pesanti, materiale igienico sanitario e alimenti, soprattutto per i più piccoli.
Uomini, donne e bambini continuano a vivere in condizioni disperate che con l’arrivo dell’inverno possono solo peggiorare.