Nel luglio del 2016 Fondazione Progetto Arca e Progetto Mirasole Impresa Sociale firmavano il contratto di affitto trentennale con la Fondazione Sviluppo Ca’ Granda per gestire l’Abbazia di Mirasole, ad Opera, alle porte di Milano.
Un anno e mezzo dopo, l’idea di far rinascere l’Abbazia a luogo dell’accoglienza e della solidarietà, non solo muove ma consolida i suoi primi passi.
“Al momento, se si esclude la parte del progetto riguardante le famiglie accoglienti che entreranno in Abbazia entro il 2019, gli altri aspetti sono già tutti operativi”, spiega Laura Nurzia, vicepresidente di Progetto Arca.
Affacciate sulla grande corte agricola, sei grandi camere indipendenti già oggi ospitano tre mamme con i loro quattro bambini. Condividono un’ampia cucina, il soggiorno e una stanza giochi per i piccoli, luminosa e colorata.
“Io e la mia bambina avevamo bisogno di una casa, dopo che il mio ex compagno ci ha lasciate — racconta Adriana, una delle mamme, arrivata dalla Romania dieci anni fa — . Per un po’ siamo state da un’amica, ma non potevamo più: mi sono rivolta agli assistenti sociali di Rozzano, ed eccoci qui.”
Da due mesi Adriana lavora nella lavanderia dell’Abbazia con un contratto di 15 ore settimanali. “Quello della lavanderia è uno dei progetti che puntiamo a sviluppare”, illustra Nurzia. “Come la cucina, che prepara catering per eventi e convegni allestiti in alcune delle nostre sale, anche la lavanderia offrirà opportunità di formazione professionale e di reinserimento lavorativo a persone svantaggiate.”
In un’altra ala del complesso incontriamo le casette, bilocali su due piani ricavati in quelle che un tempo erano le botteghe dei monaci. E’ dove stiamo accogliendo tre nuclei familiari segnalati dai servizi sociali di Rozzano e Opera. Famiglie che provengono da situazioni di disagio abitativo, tutte in attesa dell’assegnazione di una casa popolare.
“Qui rimangono per il periodo necessario alla ripresa e alla riconquista di una stabilità”, spiega Selvaggia Tibileti, operatrice di Progetto Arca, che si occupa dell’housing sociale e dell’accoglienza delle mamme con bambini.
Tra le famiglie accolte, c’è Luigi. Ha 67 anni e, con sua moglie Teresa, è arrivato a Mirasole nel luglio scorso. Per 40 anni ha lavorato nell’edilizia, con un’impresa che alla fine è arrivata a contare 40 dipendenti. “Ma con la crisi del 2008 ho perso tutto. Le case dei figli, l’ufficio, la villa dove io e mia moglie vivevamo: in un paio d’anni, il lavoro di una vita è svanito. Oggi siamo in attesa di una casa Aler. Nel frattempo, ricambio l’ospitalità ricevuta aiutando nell’orto e nel frutteto”.
Il prossimo anno l’Abbazia aprirà le porte anche alle prime famiglie accoglienti. Saranno famiglie, affidatarie e non, che desiderano intraprendere un’esperienza di vita comunitaria, anche dando supporto alle mamme e agli altri ospiti nel loro percorso di reintegrazione.
“Un luogo come l’Abbazia facilita l’accoglienza: è un posto bello che aiuta a ritrovare la serenità. Nella micro comunità che si viene a creare diventa normale pensare di darsi una mano.”
Entra nell’Abbazia di Mirasole: abbaziamirasole.org