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La credevamo sconfitta nelle nostre città. Invece, alla prima ondata di pandemia, la fame è tornata a mordere con prepotenza sulle strade.
Chiusi bar e ristoranti. Chiuse le mense per i poveri. Nessun passante in circolazione.
Dove poteva trovare di che sfamarsi chi non ha una casa? Come rimediare un pasto, a chi chiedere aiuto in una città improvvisamente deserta, impaurita e senza più punti di riferimento?
“Ho fame”, “Non mangio dall’altro ieri”, ci è capitato di sentirci dire durante le uscite delle nostre Unità di strada.
Non possiamo permettere che tutto questo si ripeta, a maggior ragione adesso, con l’inverno alle porte.
Si avvicina la stagione più dura e insopportabile per chi non ha un riparo dove scaldarsi e poter stare al sicuro.

Da novembre, a Milano, rafforziamo l’assistenza in strada con un nuovo servizio: la Cucina mobile, realizzata grazie all’importante contributo di Fondazione Banca del Monte di Lombardia, Unione Buddhista Italiana e Associazione Banco Alimentare della Lombardia “Danilo Fossati” onlus.

Le proposte alimentari sono diversificate per assicurare un apporto nutrizionale corretto, in termini di qualità e di quantità.
Insieme alla cena, consegniamo un sacchetto con cibi confezionati per la colazione e il pranzo del giorno insieme a un kit per l’igiene sia per uomini che per donne, biancheria intima e coperte termiche, sciarpe e guanti quando arriveranno le notti più fredde.

La Cucina mobile viaggia dal centro alla periferia al seguito delle nostre abituali Unità di strada che percorrono le zone di Milano più frequentate da persone senza dimora in difficoltà.
Operatori e volontari ascoltano, rilevano i bisogni, danno informazioni e orientano ai servizi assistenziali e sanitari della città. Adesso, possono scaldare quel momento di dialogo con le persone che incontrano.
Attraverso un pasto caldo ci si guarda meglio negli occhi. Il cibo dà conforto e crea relazione. E’ una mano tesa e insieme scambio di calore umano.

Commenta il nostro presidente, Alberto Sinigallia:

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