Casa Arca degli Esposti copertina

L'immobile, confiscato alla criminalità organizzata, ora è una Casa dove costruiamo progetti di vita e di futuro. I primi risultati, a quattro mesi dall'apertura

“Ancora non mi sembra vero di sentire in tasca le chiavi di casa, poter fare una doccia o scegliere cosa mangiare. I primi giorni ho fatto fatica ad addormentarmi perché anche per le cose belle ci vuole del tempo per riabituarsi”.

Sono le parole di Sandro, uno dei primi ospiti di Casa Arca degli Esposti, il condominio sociale dedicato all’accoglienza di persone senza dimora che abbiamo inaugurato a Roma, nel Municipio XIV.
L’immobile è stato confiscato alla criminalità organizzata e assegnato dal Ministero dell’Interno a Progetto Arca in comodato d’uso trentennale grazie alla sinergia con il Distretto 2080 del Rotary International che ha sostenuto la ristrutturazione, la fornitura degli arredi e l’allestimento dei tre ampi appartamenti in co-housing che compongono la struttura.
Da quattro mesi Casa Arca degli Esposti è un bene finalmente restituito alla comunità e che la comunità ha accolto. Come spiega Michela Ottavi, responsabile dei servizi di Progetto Arca per Roma e Lazio: “il successo di questo tipo di interventi non può prescindere dalla collaborazione del quartiere. Fino ad ora i riscontri sono stati tutti positivi. Molti vicini si sono riconosciuti nelle difficoltà che attraversano i nostri ospiti, comprendendo il valore di un ente che aiuta”.

Creare una rete informale di buon vicinato è solo una delle tante azioni che concorrono ad un piano di accoglienza in cui è la persona, nei suoi bisogni globali e nella sua unicità, ad essere sostenuta:

dalla ripresa di abitudini di vita sane ed equilibrate alla ricerca di opportunità formative e professionali fino all’avvio di un piano di risparmio, indispensabile per maturare la capacità economica necessaria per il passaggio a soluzioni abitative autonome e durature.

I primi importanti risultati ci sono già. Un ospite ha firmato in questi giorni un contratto come manutentore in un albergo, un altro, un ragazzo giovanissimo finito in strada dopo la perdita dei genitori, si sta preparando per due colloqui a cui è stato chiamato. Racconta Michela: “ricordo che mi disse che non vedeva alcun futuro davanti a sé. Oggi lo vede e lo sta costruendo”.

 

 

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