Il più grande stadio d’Italia, San Siro a Milano, può ospitare circa ottantamila persone. Eppure, se tutti i senza dimora del paese si dessero appuntamento lì, migliaia resterebbero fuori.
L’ultimo censimento Istat ne ha contati quasi centomila ma il numero, allarmante, potrebbe persino essere sottostimato. Come evidenzia fio.PSD, la Federazione Italiana degli Organismi per le Persone Senza Dimora di cui Progetto Arca fa parte, la rilevazione Istat tiene conto solo di chi è iscritto all’anagrafe, tralasciando le persone più difficili da rintracciare: quelle senza una residenza, escluse da tutta una serie di diritti umani e civili fondamentali. In pratica, a rimanere fuori sono proprio loro: gli ultimi degli ultimi.
Sapere quanti sono, tracciarne i profili, capire che età hanno, da quanto tempo sono per strada e come ci sono finiti, è l’oggetto di un’indagine condotta su 12 città europee (in Italia, Milano e Catania), alla quale stiamo collaborando insieme a fio.PSD e all’Università di Catania.
Il lavoro di frontiera dei nostri operatori e volontari
Se da una parte non disponiamo ancora di una fotografia completa di un fenomeno drammatico al di là dei numeri, dall’altra possiamo contare sullo sguardo di chi quel ‘mondo a parte’, che a parte non è, lo conosce da vicino e se ne prende cura ogni giorno: operatori e volontari di Progetto Arca.
Mouhib, storico operatore dell’Unità di strada di Milano, conosce talmente bene la ‘città dei senza dimora’ da poterti dire in anticipo chi incontrerà in una certa piazza o nell’androne di un palazzo. Conosce tutti per nome e tanti li ha salvati dalla strada, agganciandoli ai servizi di accoglienza di Progetto Arca o accompagnandoli al Piccolo Rifugio, il ricovero notturno emergenziale dove, tutto l’anno e con maggiore intensità nei mesi invernali, offriamo riparo e assistenza a chi non potrebbe sopportare un’altra notte all’addiaccio.
A Napoli, a bordo della nostra Cucina mobile, Marika guarda negli occhi una ad una le persone che si avvicinano per un pasto caldo. Spiega:
La perdita del lavoro e di una casa segnano spesso l’inizio della discesa ma è quando viene a mancare un salvagente di relazioni che una vita precipita.
Anche a Roma, con l’abbassarsi delle temperature, abbiamo avviato la distribuzione di coperte, sacchi a pelo e kit di protezione contro il freddo. Laura, che coordina il gruppo dei volontari nella zona di San Pietro, sottolinea che se il gelo miete vittime, la solitudine è la vera condanna quotidiana: “la maggior parte delle persone che incontriamo non ha più contatti con la famiglia, e spesso neppure i parenti stretti sanno che vivono in strada”.
È in quel vuoto di mezzi, prospettive e relazioni che interveniamo noi, con un lavoro fatto di vicinanza, ascolto partecipe, presenza costante e risposta concreta ai bisogni, che sono tanti e diversi.
Ogni notte, con le nostre Cucine mobili e Unità di strada, raggiungiamo centinaia di persone senzatetto lungo le strade di Milano, Torino, Padova, Roma, Napoli e Bari. In un anno abbiamo servito oltre 336mila pasti caldi, il Piccolo Rifugio ha accolto più di 2.800 persone dalla sua apertura nel 2018 e sono ormai 158 gli appartamenti dove costruiamo percorsi per uscire da esclusione e povertà.
Tutti insieme questi servizi non sarebbero quello che sono senza Mouhib, Marika, Laura e senza gli operatori e i volontari che fanno di Progetto Arca un punto di riferimento per le comunità e per le persone. Le statistiche lasciano ancora indietro migliaia di uomini e donne in difficoltà. Che nessuno resti fuori come fosse un mondo a parte, è il nostro impegno.