In Italia 5,7 milioni di persone e quasi 748 mila famiglie con bambini vivono in povertà assoluta, ovvero nell’impossibilità di affrontare spese essenziali per condurre uno standard di vita accettabile.
La povertà ha raggiunto livelli mai toccati negli ultimi 10 anni: cresce anche al Nord, tra i minori e non risparmia neppure chi lavora ma sempre meno riesce a proteggere sé e i propri figli da situazioni di disagio economico.
E’ quanto emerge dagli ultimi dati Istat (ottobre 2024) a cui si aggiunge quel che operatori e volontari di Progetto Arca hanno sotto gli occhi ogni giorno.
La povertà non si esaurisce nell’assenza di mezzi e risorse per pagare l’affitto, le bollette e fare la spesa. E’ un fenomeno multidimensionale che coinvolge diversi aspetti della vita: sociali, familiari, relazionali.
La ricerca e il campione intervistato
Come incide la povertà sulla vita quotidiana? In che modo influisce sulle relazioni sociali? Quali sono le rinunce più frequenti che compromettono stabilità e serenità familiare? C’è ancora spazio per i desideri tra chi affronta un periodo più o meno lungo di difficoltà nell’esaudire persino i bisogni primari?
Abbiamo provato a rispondere a queste domande attraverso la ricerca, realizzata insieme a BVA Doxa, “Poveri noi! La povertà tra rinunce, aspettative e desideri di cambiamento”, che ha coinvolto un campione nazionale di 800 persone che abitualmente frequentano i nostri nove Market solidali di Milano, Roma, Napoli, Bari e Ragusa.
Nel campione intervistato, 6 persone su 10 sono donne; più di una persona su due è di nazionalità italiana e 8 su 10 vivono con altri familiari, in particolare con figli, coniuge o partner, oppure genitori.
Solo il 29% degli intervistati risulta occupato, mentre il restante 71% non lo è. Tra le persone non occupate, il 41% è disoccupato, e tra questi il 63% è senza lavoro da più di due anni.
Mai una vacanza e niente sport per i figli. Le rinunce più frequenti
L’impossibilità di mantenere una qualità di vita dignitosa è il primo preoccupante dato che balza immediatamente agli occhi. Il 63% degli intervistati dichiara di non essersi potuto permettere un giorno di vacanza lontano da casa nell’ultimo anno. Il 46% ammette che in passato riusciva ad affrontare spese necessarie come l’acquisto di un paio di scarpe, ma ora non più. Il 42% riferisce di non essere riuscito a concedersi nemmeno una pizza fuori casa nell’ultimo anno.
Le rinunce che penalizzano le prospettive di crescita dei minori sono tra quelle che generano il senso di frustrazione più forte.
Il 51% non può garantire ripetizioni scolastiche ai propri figli, il 49% non li può iscrivere ad attività sportive e il 34% non ha più la possibilità di acquistare i libri di testo.
La povertà è isolamento, pesa sul presente e anche sul futuro
Alla domanda “quanto sono cambiate le sue relazioni interpersonali nell’ultimo anno?”, quasi 6 persone su 10 confessano che gli amici sono spariti e di evitare occasioni di incontro anche per l’imbarazzo di condividere la propria situazione.
Il 42% riconosce di frequentare i nostri Market solidali non solo per la spesa ma anche per trovare accoglienza e un supporto emotivo.
La povertà pesa su presente e futuro, ma la speranza non si spegne del tutto.
Il 39% degli intervistati guarda al futuro con ansia, preoccupazione e paura. Il 13% non riesce a immaginarlo o preferisce non pensarci proprio. Il 33% dice di nutrire sentimenti di speranza e solo il 14% guarda al futuro ancora con fiducia.
Una vita di normalità: il desiderio di 9 persone su 10
Quando le preoccupazioni dominano la quotidianità c’è ancora spazio per immaginare, sperare e desiderare? Il desiderio di una vita migliore e di un cambiamento resiste. 9 persone su 10 confidano il sogno di poter tornare ad una vita di normalità in cui una settimana all’anno di vacanza o uscire a mangiare una pizza con la famiglia non siano più un lusso irraggiungibile. Ma anche tornare a prendersi cura della propria persona e permettersi piccole soddisfazioni come un taglio di capelli e un film al cinema sono desideri altrettanto sentiti. Il 68% delle persone che abbiamo intervistato confida che per il prossimo Natale vorrebbe poter comprare un regalo per i propri bambini.
La risposta alla povertà deve essere multidimensionale
Questa ricerca è un punto di partenza, l’abbiamo realizzata per conoscere più in profondità le persone che accedono ai nostri servizi e per capire come offrire risposte sempre più mirate e su misura dei loro bisogni e desideri.
Come evidenzia la ricerca, la povertà va ben oltre la mancanza di risorse economiche e investe molteplici aspetti della vita delle persone. E’ solo con un approccio multidimensionale, che tiene conto della sua complessità, che può essere affrontata.
Commenta Alberto Sinigallia, presidente di Progetto Arca: “Tra i tanti servizi che in questi anni abbiamo strutturato e migliorato anno dopo anno voglio sottolineare l’Housing sociale, che prevede l’ampliamento di diverse soluzioni abitative per persone e famiglie in difficoltà. Oggi siamo giunti ad avere 150 case in tutta Italia, in particolare a Milano, perché siamo convinti che per raggiungere la vera integrazione l’unica strada è la casa”.