Sciarpe, guanti, berretti, fasce e calzini. Caldissimi e tutti rigorosamente fatti a mano. E’ il dono di Natale che ogni anno, da dieci anni, le signore della Val Gandino, in provincia di Bergamo, confezionano per le persone senza dimora che assistiamo con le Unità di strada e accogliamo nei nostri Centri milanesi.
A capitanare l’iniziativa è Antonia Bertoni, insegnante di lettere in pensione e da sempre nostra sostenitrice. Con il suo entusiasmo, ha coinvolto un po’ tutti: gli studenti e le famiglie della scuola media dove lavorava e adesso diverse nonne e signore “sferruzzatrici” della Valle. “Si tratta di un’idea semplice che ognuno può replicare con un po’ di impegno. Qui ha preso piede grazie anche al passaparola”, spiega Antonia con una punta di orgoglio.
Si parte a settembre con la raccolta delle adesioni e la distribuzione della lana che puntualmente regala la Filatura Rottigni, storica azienda di filati della bergamasca, una delle poche ad aver resistito alla crisi.
Quest’anno ci hanno donato 43 chili di lana in rocche. Il proprietario di una tintoria la divide in matasse più piccole per distribuirla nelle giuste quantità, mentre un corriere locale offre il viaggio fino a Milano, mettendo a disposizione il suo furgone per la consegna degli scatoloni nel guardaroba di Progetto Arca.
Ammirevole, la cura riposta in ogni singolo manufatto. “Le sciarpe sono di 70 punti e lunghe almeno un metro e quaranta, perché chi dorme per terra possa usarle, all’occorrenza, come cuscino o per coprirsi.”
E’ un piccolo “esercito del bene” quello che si mobilita, ogni anno, nella Val Gandino.
Una rete di solidarietà, lontana dai problemi delle metropoli solo per geografia ma vicinissima con il cuore.
“Se ci si muove, si crea movimento”, insegna Antonia e nel ringraziarla, non possiamo che darle ragione.