Una volta a settimana accoglie e aiuta nella spesa le famiglie del Market solidale di Rozzano distribuendo alimenti, prodotti per l’igiene e la prima infanzia. Fabio è da tanti anni un nostro volontario; fin dall’apertura, dà una mano in Bottega dove le persone ricevono anche tanto ascolto, come ci ha raccontato.
Come ci hai conosciuto?
È una storia simpatica: un giorno trovo tra la posta una vostra lettera e decido di fare una donazione. Poco tempo dopo mi chiamate per ringraziarmi. La cosa mi lascia così sorpreso da pensare subito a Progetto Arca quando, arrivato alla pensione, scelgo di dedicare un po’ del mio tempo al volontariato. Sono già cinque anni che sono con voi, ho aiutato nelle mense, al guardaroba e in Unità di strada.
Perché hai scelto di fare volontariato anche al Market solidale?
È un servizio che mi ha subito coinvolto perché è un aiuto concreto fatto di relazioni. Oltre a distribuire la spesa, uno degli obiettivi è anche offrire ascolto e un supporto emotivo. L’accoglienza delle famiglie è un aspetto da curare con attenzione, ormai le conosco tutte e in alcuni casi si è creato un rapporto “personale” che va oltre la pettorina che indosso.
Chi sono le famiglie che vengono a fare la spesa?
I nuclei che sosteniamo sono davvero tanti, italiani e stranieri, spesso si trovano in difficoltà perché a lavorare è solo un adulto. Tra le famiglie anche genitori separati con figli e anziani soli. In tutto sono 300 i nuclei che ogni mese vengono a fare la spesa su appuntamento. In genere ci vengono segnalati dal Comune ma negli ultimi tempi molte persone si presentano direttamente per chiederci aiuto.
C’è qualche storia che ti è rimasta particolarmente nel cuore?
Come scegliere, ogni storia è importante! Penso ad Enrica che ogni tanto mi chiede di portarle la spesa a casa perché fa fatica a camminare. Giuseppe che mi ha chiamato per avvisarmi che sarebbe stato in Sicilia per un intervento ai denti, tutto preoccupato di perdere il posto. E poi penso a Khad, mamma egiziana di 4 figli di cui uno malato di tumore. So di non poter cambiare questa situazione ma spero che sfogarsi un po’ con me possa esserle di conforto. Questo, e tanto altro, mi porto a casa ogni settimana, uscito da qui.