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“Ricordo la famiglia siriana che si è presentata con un vassoio di falafel o la signora nord africana che ci ha cucinato il cous-cous: nonostante le difficoltà, mostrano un senso di gratitudine che mi emoziona ogni volta. Poter contribuire a migliorare la loro giornata mi fa sentire bene”.

Claudio è uno dei volontari impegnati a Milano nella distribuzione di aiuti alimentari alle famiglie in difficoltà che sosteniamo. Ha cominciato la sua esperienza nel 2018 facendo presenza fissa al nostro guardaroba, fino allo scoppio della pandemia quando il servizio è stato temporaneamente sospeso.

La distribuzione parte alle 15 ma al suo arrivo trova già alcune persone in fila: “vengono prima perché sanno di incontrare qualcuno con cui fare due chiacchiere. Si conoscono tra loro e quei minuti sono un’occasione di socialità”.

La Spesa del Giorno



Una volta sistemati i prodotti sui banchi, le persone entrano uno o due alla volta e inizia la distribuzione o meglio, “iniziano a fare la spesa” come dice Claudio “perché è fondamentale che siano a loro agio, non voglio che provino imbarazzo, anzi mi piace l’idea che si sentano come nella bottega sotto casa e io sono il negoziante amico che consiglia i prodotti migliori”.

“Una volta avevamo le mozzarelle, c’era un ragazzo pakistano non molto convinto ma gli ho spiegato che poteva tagliarla a dadini e metterla sulla pasta al sugo: poi mi ha ringraziato perché gli era piaciuta molto”.

I prodotti, in gran parte donazioni, variano sulla base delle disponibilità ma frutta e verdura non mancano mai, si trova sempre il pane in cassetta e a volte quello fresco, yogurt, affettati, formaggi e alimenti per bambini. Poi c’è lo scaffale delle “cose sfiziose” che piace tanto: il panettone o la colomba durante le Feste, i dolcetti richiesti dalle mamme per i bambini, il caffè: “una signora me lo chiede sempre. È una delle prime ad arrivare e così un venerdì le ho tenuto da parte una confezione. È solo un piccolo gesto, ma quando le ho consegnato il pacchetto era davvero felice, e lo ero anch’io”.

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