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Quella parete verde l’ha fissata a lungo prima di addormentarsi, gli dava l’idea di essere ancora all’aperto, anche se stavolta un tetto sopra la testa ce l’aveva e poteva chiudere gli occhi con serenità.

La prima sera ha messo un po’ di musica dal cellulare perché al silenzio si deve ancora abituare. E intanto ascoltava ogni piccolo movimento di Jack che andava e veniva dalla camera alla cucina, alla ricerca di un nuovo posto dove accoccolarsi per riposare.

Luigi e Jack nella camera della loro nuova casa



Gli anni passati da Luigi su un marciapiede superano di gran lunga quelli vissuti in una casa: Luigi ha solo 16 anni, la scuola e un lavoretto come lavapiatti quando le forti incomprensioni con i genitori lo costringono ad andare via. Troppo giovane per avere chiaro in testa un progetto di vita, in un attimo finisce a dormire al Binario 21 della Stazione Centrale di Milano.
Un giorno Jack entrò nella mia vita. Aveva solo un anno e tanta tristezza negli occhi. Soffrivo vedendo che il suo padrone, che dormiva sotto i portici come me, gli metteva addosso vestiti ridicoli per attirare l’elemosina dei passanti. Dovevo e volevo occuparmene io, così ho dato a quel tizio un euro al giorno, fino alla cifra di 150 che mi aveva chiesto in cambio di Jack.

Per 10 anni Luigi e Jack condividono quel pezzo di marciapiede dormendo insieme dentro una tenda; sopravvivono grazie agli aiuti dei passanti, degli amici senzatetto e dei volontari delle Unità di strada. 

“Poi un giorno Mouhib (operatore dell’Unità di strada di Progetto Arca ndr.) si è avvicinato dicendomi ‘abbiamo una casa adatta a voi’. Il giorno dopo ci ha accompagnati a vedere la cascina, se ci ripenso mi viene ancora la pelle d’oca: non avrei mai creduto di poter dare una casa al mio cane, forse un sogno troppo grande.
Alla soglia dei 50 anni penso a quanto la strada mi abbia cresciuto, a come Jack mi abbia insegnato l’amore incondizionato. Adesso spero in un lavoro, qualsiasi cosa, ma già così la nostra vita è cambiata”.

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