Look sobrio ma impeccabile e un trolley al seguito pieno di abiti di seconda mano rimessi a nuovo.
Marinella, ex manager in pensione nell’ambito delle risorse umane, una volta a settimana varca puntuale la soglia del grande guardaroba del Centro di accoglienza di via Aldini e consegna il frutto della sua preziosa opera di volontariato atipico: lavori di piccola sartoria realizzati a domicilio.
Marinella è una volontaria storica di Progetto Arca e ha prestato il suo aiuto un po’ in tutti i servizi, andando sempre incontro al bisogno, senza mai tirarsi indietro.
Ha iniziato nel 2016 dando una mano a smistare e organizzare le tante donazioni dei milanesi che affluiscono nel magazzino di via Sammartini, ha servito pasti alle persone senza dimora e ai richiedenti asilo nelle mense dei Centri di accoglienza, per un periodo ha aiutato a confezionare i pacchi viveri che ogni mese Progetto Arca spedisce alle famiglie più bisognose in tutta Italia. Da due anni, poi, fa parte della squadra dei volontari che scendono in piazza per distribuire la Zuppa della Bontà.
Ma oggi Marinella è soprattutto l’“angelo” del guardaroba.
“È cominciato tutto per caso“, racconta, “arrivavano montagne di vestiti donati e, in modo particolare i pantaloni, non andavano mai bene. Troppo larghi, troppo lunghi, spesso inadeguati per i tanti giovani ospiti dei Centri. Come fare per non buttarli? Marinella si è offerta di provare a rimetterli a nuovo.
Ho cominciato con ago e filo da casa, poi, per fare più alla svelta, ho comprato una macchina da cucire. Non ne avevo mai usata una, ma un poco alla volta ho imparato e adesso sono un fulmine!
In via Aldini c’è sempre grande attesa per il suo arrivo. Ogni volta Marinella svuota il trolley colmo di abiti orlati, rammendati e rimodernati con gusto per riempirlo con nuovi indumenti da sistemare. “È una soddisfazione sapere che con i vestiti che ho cucito un ragazzo potrà andare vestito bene a un colloquio di lavoro e sentirsi più a suo agio, sicuro di sé, come è giusto che sia. A chi non fa volontariato perché “non saprei come rendermi utile”, dico “siate creativi”. Chiunque, se lo vuole, può mettersi in gioco. E anche imparare qualcosa di nuovo”.