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“Avere una casa e un lavoro è tutto. Adesso sto bene e sento che non mi manca niente. Guardo mio figlio e sorrido perché lo vedo contento… finalmente posso dormire tranquilla la notte”.
Mirela ha solo parole di gratitudine ora che la sera, quando spegne la luce sul comodino, può addormentarsi senza la preoccupazione di non sapere che futuro offrire al suo Vincenzo. Oggi lavora al punto ristoro dell’Abbazia di Mirasole ad Opera: si muove svelta tra il bancone e i tavolini e chiunque entri nel locale viene accolto dal suo grande sorriso. “Quante persone ho avuto la fortuna di conoscere grazie a questo nuovo ambiente e al nuovo lavoro”, racconta mentre carica di chicchi la macchina del caffè.

Di origine albanese, Mirela ha 42 anni e vive in Italia da quando ne aveva 22. Per un periodo ha vissuto con il compagno e il figlio – oggi dodicenne – poi è arrivata la separazione, la perdita del lavoro e, a cascata, tante difficoltà economiche fino al sopraggiungere dello sfratto.

Qui Mirela viene accolta in uno degli appartamenti per famiglie in emergenza economica e abitativa, un luogo protetto dove può prendersi cura di sé e del figlio, e ritrovare la forza per sperare in una nuova vita per entrambi. I nostri operatori l’hanno supportata anche nella ricerca di una casa indipendente e oggi, dopo 3 anni trascorsi a Mirasole tra attese e riprese, vive in un appartamento a Locate di Triulzi. “È una gioia avere qui tutte le mie cose, gli oggetti che mi piacciono, e potermene prendere cura. Mi rende felice anche solo mettere in ordine la stanza.

Alla fine ha un pensiero di speranza anche per se stessa, ora che si è lasciata alle spalle gli anni difficili dei conti che non tornavano: “Spero di continuare a lavorare a Mirasole, dove sono stata accolta a braccia aperte. Sento che questa è la vita che mi fa stare bene e che voglio davvero, per me e per Vincenzo”.

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