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Grazie a questa casa una mamma ha potuto realizzare il sogno di ricongiungersi con i suoi bambini.
E’ il dono di una coppia di anziani signori che preferisce restare anonima perché, spiega: ”Il bene si fa, senza luci e senza clamori”.

A firmare questa lettera sono G. e D., marito e moglie, sostenitori di Progetto Arca da lunga data.
Hanno accolto l’invito a raccontare la loro storia ma desiderano rimanere anonimi.
Capelli imbiancati e sorriso aperto, basta ascoltarli per capire che aiutare gli altri, per loro, è una disposizione naturale.
“Al rientro da ogni gita scolastica”, ci racconta D., insegnante oggi in pensione “il rifugio per senza dimora sotto i tunnel della Stazione Centrale di Milano era una tappa fissa. Là, grazie all’iniziativa di una collega, facevamo lasciare ai ragazzi i pranzi al sacco avanzati”.
Qualche anno fa l’incontro con Progetto Arca. “Ci è piaciuta subito la vostra concretezza nell’affrontare i problemi”.

Da quando ha smesso di lavorare, G. si rifugia a leggere e a scrivere nel suo studio pieno di libri, che però con gli anni è diventato scomodo da raggiungere. Vendere sarebbe la scelta più semplice, ma la coppia decide di donarlo.
Citando La Giornata di uno scrutatore di Italo Calvino, G. motiva così la decisione: “Contano due principi: non farsi mai troppe illusioni e non smettere di credere che ogni cosa che fai potrà servire”.

Il mondo si inizia a cambiare anche così. Con un gesto non scontato, che ha restituito una mamma ai suoi bambini.

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