La terra continua a tremare e migliaia di famiglie rimaste senza casa non riescono a procurarsi cibo e beni essenziali. Il nostro aiuto non si ferma.
Dopo essere intervenuti, a 48 ore dal sisma, per portare alimenti, protezioni contro il freddo e beni di primissima necessità ai sopravvissuti rimasti senza casa e cibo, stiamo continuando a provvedere alla distribuzione di centinaia di pasti caldi al giorno nella mensa da campo allestita ad Antiochia in collaborazione con l’ong Remar, nostro partner per le emergenze internazionali. Per chi vive più isolato, nelle periferie e in campagna, o con limitate possibilità di spostamento, ci siamo attrezzati per consegnare pacchi viveri famiglia per famiglia.
Il cibo è una delle necessità principali e farlo arrivare rapidamente a chi in un attimo ha perso tutto, è stata subito la nostra priorità.
Questi primi aiuti e soccorsi d’emergenza preludono a un intervento di più lungo periodo che stiamo strutturando per dare alle comunità colpite l’assistenza materiale e psico-sociale di cui hanno bisogno.
Tra le varie mansioni in un campo di aiuti umanitari c’è quello di dare da mangiare a centinaia di persone. Quel giorno toccava a me dare il pane, ho fatto il possibile per accontentare tutti. Sono arrivate donne anziane chiedendo dieci, dodici pagnotte e bambini con manine che ne potevano contenere forse tre in bilico. Ho portato tutta la mia attenzione, tutta la sensibilità perché questo gesto mantenesse la più alta dignità. Il pane l’abbiamo finito, ma nessuno è rimasto senza.
Lui è il più piccolo avventore che si è presentato al ritiro, ho voluto immortalare il momento perché nell’arco della vita si prende e si dà.
A volte aiutiamo, altre siamo noi a ricevere aiuto.
-Gianluca, volontario
Il terremoto ci ha portato via tutto quello che avevamo, la casa, i mobili, gli elettrodomestici. Ma qui vive la nostra famiglia, come possiamo andare via?
Abbiamo bisogno di aiuto per rialzarci.