Vi racconto com'è cambiata la mia vita

Determinato e gentile sono le prime parole che vengono in mente per descrivere Alessandro, che da questo inverno è il nuovo responsabile della nostra Unità di strada di Roma. Sempre disponibile, a tratti schivo sotto quello sguardo nascosto dagli occhiali, fa intravedere un’anima appassionata in una vita affatto lineare...

 

Oggi, tutti i lunedì sera, porta cibo e calore alle persone che dimorano in zona San Pietro, insieme alla squadra dei volontari.

Il suo incontro con Progetto Arca risale al 2015, dopo una sfilza di brutti colpi incassati: il licenziamento inaspettato, l’incidente stradale che ha compromesso tibia e perone, la vita in strada. “Sai qual è la cosa più difficile quando tocchi il fondo? Non perdere la dignità” rivela senza imbarazzo mentre ricorda gli anni trascorsi dopo che l’azienda in cui lavorava come autista ha chiuso i battenti e la vita ha cominciato a farsi complicata.

Dopo l’esperienza in dormitorio, Alessandro riceve l’opportunità di inserirsi nella famiglia di Casa Arca. Qui riscopre i ritmi di una vita normale, fatta di rapporti di fiducia da curare ogni giorno e di regole da rispettare per vivere in armonia; riprende così a costruire quelle relazioni che durante gli anni in strada si erano congelate.

"Per salvarti hai bisogno di 3 cose: il coraggio, la forza di volontà e la fortuna di incontrare qualcuno che sia disposto a tenderti una mano".

Alessandro, referente dell'Unità di strada di Progetto Arca nella Capitale

Da ormai 3 anni, Alessandro è tornato al volante della propria vita grazie al lavoro in un’azienda di raccolta di abiti usati e alla guardiania in una casa di riposo. Vive in un piccolo appartamento in affitto sulla Cassia, scelto apposta per stare vicino alla sua Casa Arca. E ha ripreso gli studi.

"Ora mi sto dando da fare per realizzare il mio sogno: diventare operatore in un Centro di accoglienza. Voglio aiutare le persone proprio come altri hanno fatto con me".

Una passione, quella di rendersi utile a chi è in difficoltà, che si è accesa ai tempi di Casa Arca dove ha iniziato come volontario dell’Unità di strada. Adesso è lui a guidare l’uscita del lunedì: “Da tempo non diamo più i panini ma portiamo piatti caldi. Io metto solo l’acqua nella pentola per la pasta, al sugo è meglio che ci pensi il mio amico Francesco! (ospite di Casa Arca, ndr)”.
Alessandro non ha la passione della cucina ma senza dubbio si distingue per la grande capacità di saper riconoscere e avvicinare le persone che hanno bisogno.

“Prima di cadere, se incontravo un senzatetto lo guardavo, ma non lo vedevo veramente. È il punto di vista che cambia la prospettiva”.

 

 

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